Prigionieri, un libro della collana Storica
Otto milioni.
Tanti furono i soldati fatti prigionieri nel corso del primo conflitto mondiale.
Un numero di poco inferiore a quello dei combattenti che rimasero uccisi sui campi di battaglia.
Ma i prigionieri sono stati a lungo, in tutti i paesi belligeranti, dei “dimenticati della Grande Guerra”.
I soldati patirono pressoché ovunque sofferenze psicologiche e materiali dovute a condizioni di vita proibitive. Questo avveniva sia nei campi di prigionia che nei luoghi di lavoro, dove venivano forzatamente inviati per sopperire alla mancanza di personale.
Fra i prigionieri italiani circa 100 mila morirono durante la loro detenzione. Le dure condizioni di vita imposte dalla prigionia ma anche alle decisioni del governo e del Comando Supremo, determinarono l’alto numero di decessi; come dimostrano recenti ricerche storiche, essi optarono per una linea di non intervento statale sull’invio di aiuti alimentari ai nostri prigionieri.
Anche al loro rientro in Italia, i prigionieri vennero ammassati in campi frettolosamente allestiti per consentire la lunga trafila di indagini, interrogatori e processi. Il governo italiano, mantenne quindi la “linea dura”.
L’autore propone quindi una ricostruzione agile, ma al contempo puntuale, della storia dei prigionieri italiani.
Fabio Montella, ricompone anche il mosaico di tante storie personali e dei luoghi che le ospitarono attraverso fonti d’archivio pubbliche e private.
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